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Allopatia od Omeopatia? : Medicina Antica o Medicina Nuova?

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L'omeopatia, come tutte le grandi innovazioni e scoperte che producono uno spostamento nelle abitudini di alcune classi di persone, ledendone gli interessi materiali e morali, trovo sempre in ogni localita, ove annunciavasi per la prima volta, degli oppositori non solo, ma delle persecuzioni piu o meno accanite per parte del ceto medico, riluttante all'idea di dover sacrificare tanti anni di studj e di penose investigazioni, ricredersi e rimettersi ad una fatica nuova, la cui importanza non puo essere valutata se non da chi sia preventivamente convinto dell'eccellenza de' suoi risultati.

Dico che l'omeopatia lede gl'interessi di una classe di persone, e sono queste: medici, flebotomi e farmacisti. - I medici gia troppo numerosi pei bisogni presenti della popolazione, qualora l'omeopatia fosse generalmente adottata sarebbero per quattro quinti di troppo (di troppo, cioe, relativamente a poter vivere della professione, poiche altrimenti non saranno mai di troppo i buoni che si sacrificano in soccorso di quelli che soffrono) - i flebotomi dovrebbero limitarsi alla medicazione delle piaghe e delle ferite chirurgiche, non occorrendo mai in nessun caso all'omeopatia il soccorso della lancetta - i farmacisti poi... io credo che come tali potrebbero affatto chiuder negozio, o tutt'al piu rivolgere le loro cure ai preparati chimici per uso delle arti e delle industrie.

La vendita delle droghe e dei medicinali ad uso de' veterinari empirici potrebbe ampiamente compensarli.

Il buon senso e la giustizia vogliono che avendo il medico la responsabilita della vita d'un ammalato, debba anche avere il massimo interesse a che i suoi medicamenti siano esattamente preparati, e nel massimo buon stato; molto piu trattandosi di medicamenti, quali li omeopatici, che sono dotati di una straordinaria attivita, in confronto di altri della stessa natura elaborati nelle farmacie allopatiche.

Le stesse farmacie omeopatiche esistenti nelle piu colte e popolate citta, siccome non corrispondono, ne possono corrispondere alle esigenze della pratica medica omeopatica individuale, rappresentano anch'esse un mal inteso e sterile omaggio che si vuol tributare alla legalita, e nulla piu; non potendo i medici omeopatici aver piena fiducia in farmacisti, neppure omeopatici, la cui probita non sia al di sopra d'ogni benche lieve sospetto, e le cui cognizioni e convinzioni nell'arte che rappresentano non sieno affatto conosciute e rassicuranti.

Taccio di quei farmacisti autorizzati a tener farmacia omeopatica contemporaneamente ad altra farmacia allopatica.

Mi muovono a compassione quei buoni omeopatici che affidano la salute dei loro clienti e la propria riputazione a farmacisti cosi evidentemente con loro stessi in contraddizione.

Per parte mia penso che l'avvenire dell'omeopatia, non che la prudenza vogliono, che, all'infuori dei preparati esigenti una lunga elaborazione colle macchine, e che si trovano nei grandi laboratori di Parigi, Lione, Londra o di Vienna (in Italia io non ne conosco ancora), tutti gli altri medicamenti, in ispecie i vegetali, debbono essere preparati dallo stesso medico, che ne abbisogna per i suoi ammalati.

Cosi facendo ci risparmieremo molti disappunti, quali toccano troppo spesso a chi si affida al primo bottegante che venga autorizzato ad aprire farmacia omeopatica.

D'altronde furono i medici omeopatici nell'alta Italia autorizzati da Regi Decreti e Circolari Ministeriali del Regno Sardo, e da Imp.

Regio Rescritto in data 5 dicembre 1846, proclamato dalla Municipalita di Milano per il Lombardo-Veneto, a preparare e distribuire i loro medicamenti ai propri infermi.

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Independently Published
862421846Y / 9798624218468
Paperback / softback
12/03/2020
96 pages
152 x 229 mm, 150 grams
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